Quali sono i dati sicuri sulla vita di Vermeer? Di Vermeer uomo si sa molto di più di quanto la sua leggenda racconti. Nacque a Delft nel 1632. Suo padre si destreggiava tra il gestire una locanda, il commercio di quadri e il tessere la "caffa," un tessuto simile al damasco. Sua madre era analfabeta. Aveva una sorella maggiore di 10 anni. La sua famiglia era protestante. A 21 anni sposò una ragazza di 22 anni, Catharina Bolnes, appartenente a una famiglia cattolica benestante. In 22 anni di matrimonio ebbero molti figli (tra gli 11 e i 14) e vissero a casa della suocera, una donna autoritaria che si era separata dal marito dopo violente liti e che ricorreva spesso ad avvocati e notai. Vermeer dipingeva e vendeva quadri di altri pittori. Morì all'improvviso a 42 anni nel 1675, stressato da difficoltà economiche. Negli ultimi 2 anni della sua vita, a causa della devastante guerra contro la Francia, non era riuscito a vendere quadri suoi e neanche quadri degli altri pittori. Aveva pesanti debiti con il fornaio e con una commerciante d'abbigliamento, ai quali Catharina, rimasta vedova, fu costretta a cedere quadri.
E cosa si sa di Vermeer pittore?
Si sa che dipinse poco, ma non quanti quadri dipinse. Al massimo 50, ma già con questa cifra si entra nella supposizione. Non si conoscono i suoi maestri, non si sa con quale pittore fosse particolarmente amico, con chi discutesse d'arte. Dipingeva soggetti che molti pittori olandesi di quel tempo dipingevano, ma in lui c'era il genio. Negli ultimi decenni si sono approfonditi con tutti i mezzi tecnici disponibili i materiali dei quadri di Vermeer per carpire segreti o per cercare d'autenticare qualche quadro dubbio. Sulla tecnica pittorica da lui adoperata ormai si sa moltissimo, ma sulla storia, la cronologia, gli influssi sui suoi contemporanei si sa poco e si procede per intuizioni e supposizioni. In Olanda si scriveva pochissimo sull'arte. I pittori si esprimevano con la pittura e non avevano biografia.
Quali erano i soggetti trattati da Vermeer?
Vermeer dipinse la sua cittadina e interni borghesi. Nelle sue stanze non ritrae la realtà così come si presenta, ma la compone, come farebbe oggi un regista di un film, il quale determina meticolosamente la luce, l'inquadratura, il costume, la posa, gli oggetti.
Vermeer ha mai dipinto sua moglie Catharina Bolnes?
Molti credono che Catharina sia la modella di alcuni quadri di Vermeer e che sia stata dipinta da lui anche quando era incinta, come nella Donna in blu. Non c'è certezza su questo punto, ma si può intuire che la giovane moglie abbia posato per i suoi primi quadri. Il legame tra Catharina e Johannes doveva essere forte, se ebbero tanti figli se il pittore accettò di vivere con la mamma di sua moglie. Catharina entrò probabilmente anche nei suoi quadri. Ma qui si opera d'intuizione. Infatti mentre conosciamo abbastanza della vita di Catharina, perfino che una volta mentre era incinta fu aggredita e picchiata dal suo violento fratello, pochissimo nulla, ma proprio nulla sappiamo con certezza dei suoi legami con la pittura del marito.
Vermeer ha mai dipinto bambini?
Sebbene i suoi contemporanei dipingessero spesso bambini e nonostante Vermeer abbia trattato nella pittura temi cari agli altri artisti, i bambini non sono mai protagonisti dei suoi quadri. Solo nelle sue due uniche vedute La stradina (un ragazzino e una ragazzina che giocano accovacciati vicino a una panca) e La veduta di Delft (un neonato in braccio a una donna, sulla sinitra del quadro), appaiono dei bambini. Una spiegazione psicologica potrebbe essere che Vermeer "vi" troppo i suoi tanti bambini nel quotidiano per sentire poi la necessità di rappresentarli nella pittura.
Perché Vermeer dopo la sua morte fu dimenticato?
Anche da vivo Vermeer non aveva mai raggiunto alti livelli di fama. Aveva dipinto pochi quadri e li aveva vendutii a pochissimi collezionisti, primo tra tutti il ricco Pieter van Ruijven. Quindi fama non era diffusa lontano da Delft. Inoltre nella sua epoca dipingevano in Olanda moltissimi bravi pittori che riempivano di tele le case degli olandesi benestanti. E così dopo la sua morte le poche opere di Vermeer anni cominciarono anche a perdere una loro identità e a essere confuse con quelle di altri artisti che dipingevano soggetti simili.
Come avvenne la riscoperta di Vermeer?
Tutto è cominciato con un tipo strano il giornalista francese Étienne-Joseph-Théophile Thoré il quale quando verso il 1842 visitò il Museo dell'Aia fu sorpreso da un "paesaggio superbo e molto singol" Non sapeva a chi attribuirlo, consultò il catalogo: "Veduta della città di Delft, dal lato del canale, di Jan van der Meer." E cominciò la sua ricerca di altri quadri di questo artista allora sconosciuto e che lui soprannominò "la mia Sfi" Come la Sfinge, Vermeer poneva sempre nuovi enigmi.
Come mai un quadro di Vermeer, allora pittore sconosciuto, si trovava nel Museo dell'Aia?
Il quadro in questione rappresenta una veduta di Delft e fu acquistato nel 1822 per motivi storici. Il re Guglielmo I dei Paesi Bassi aveva comprato più la veduta di Delft per esporla al Koninklijk Kabinet van Schilderijen Mauritshuis. Infatti il suo antenato Guglielmo d'Orange che aveva condotto i Paesi Bassi all'indipendenza, nel 1572 aveva fissato la sua residenza a Delft, qui fu assassinato nel 1584 e qui fu sepolto nella Nieuwe Kerk, la chiesa che nel quadro di Vermeer appare quasi centrale. Il re voleva un quadro che ricordasse la città di Delft e la chiesa dove sono sepolti tutti gli Orange.
Chi era Thoré?
Figlio di militare, nacque in una cittadina di provincia, La Flèche, nel 1807 a sud di Parigi. Si laureò in diritto, ma non riuscì mai a lavorare in quel campo. Troppo irrequieto e "sogna," come si definiva lui stesso. Lasciò un lavoro burocratico sicuro, per vivere a Parigi, dove faceva il giornalista, guadagnando poco e facendosi aiutare.
economicamente dalla mamma fino ai 50 anni. Aveva ideali socialisti, in arte difendeva il realismo rappresentato da artisti come Jean-François Millet et Gustave Courbet. Fondò giornali per diffondere le sue idee politiche, a causa delle quali fece un anno di prigione. Fuggì poi all'estero e visse in clandestinità assumendo il nome di Willem Bürger. Negli anni dell'esilio approfondì i suoi studi su Vermeer, frequentando musei e gallerie private, accedendo a vecchi documenti, consultando vecchi cataloghi di mostre. Fu lui a compilare il primo catalogo delle opere di Vermeer e nel suo entusiasmo arrivò ad attribuirgli circa 70 quadri sicuri. Pubblicò il primo lunghissimo saggio sulla Gazette des Beaux Arts in tre puntate alla fine del 1866.
E dopo Thoré-Bürger come si è diffusa la fama di Vermeer?
Dopo la morte di Thoré-Bürger nel 1869, Vermeer era ormai un pittore affermato. Suoi quadri erano ricercati dai ricchi collezionisti e da Musei in competizione l'uno con l'altro. Affermati critici d'arte dedicarono studi a Vermeer. Nel 1897 per la prima volta negli Stati Uniti in una mostra, intitolata Cento Capolavori a Boston compare un quadro di Vermeer, Il concerto. Nel 1908 Gustave Vanzype pubblica in francese un libro intitolato Vermeer de Delft, con 31 illustrazioni in bianco e nero, sulle quali Proust amava studiare i quadri di Vermeer. Nel 1909 a New York sono esposti 5 Vermeer in una grande mostra. Si susseguono monografie e cataloghi, aumentano mostre con i suoi quadri. E con la fama fioriscono i falsari.
Chi tra gli studiosi ha contribuito maggiormente alla conoscenza di Vermeer?
Fu un economista, John Montias dell'Università di Yale. Nel 1975 aveva intenzione di condurre uno studio comparato tra le gilde di varie cittadine olandesi e si recò a Delft, ma comprese che per fare uno studio comparato doveva conoscere molto bene il funzionamento di almeno una gilda. Approfondi' lo studio della Gilda di San Luca di Delft. Il materiale a dispozione era enorme e continuo' a investigare per anni negli archivi. Scoprì che Vermeer aveva avuto un mecenate, Pieter van Ruijven, il quale acquistava molti dei suoi quadri. E scoprì anche (cosa di cui era molto orgoglioso) che il nonno di Vermeer era un falsario di monete e che sfuggì per poco alla decapitazione pena inflitta ai suoi due complici.
The complete study of Vermeer’s materials, artistry and painting techniques
Jonathan Janson
(painter & founder of Essential Vermeer.com)